lunedì 30 agosto 2010

Catinaccio - Rosengarten - 1a tappa: Cigolade

Una gigantesca barriera di rocce che separa la Val Duron dalla Val di Fassa, che ha impedito fin dai tempi più remoti il normale transito dei popoli ladini da una valle all'altra. Un orizzonte scolpito da guglie, totem sacri dell'alpinismo,  e panorami di pietra che alla sera si accendono alla calda luce della "Enrosadira", questo è il Catinaccio o, come lo chiamano i tedescofoni, Rosengarten, Giardino delle rose.

Si parte da Vigo di Fassa e con la comoda funivia ci alziamo al Col di Ciampedie da cui iniziamo l'escursione.















Un po' attraversando i boschi un po' costeggiando le Pale Rocciose e le Cigolade, riusciamo ad ammirare in lontananza i rifugi Vajolet e Preuss; tra una pioggerella e l'altra con una leggera salita si arriva al bivio con il sentiero n. 541 che porta al Rifugio Roda di Vael, presso cui ci fermiamo per una pausa spuntino e studiamo le opere "ingegneristiche" delle marmotte e la flora alpina.

Riprendiamo il percorso iniziando la ripida risalita verso il Passo delle Cigolade su un canale detritico chiuso tra i Mugoni e le Cigolade, sempre accompagnati dalla solita pioggerella che però in cima al passo ci abbandona e ci regala uno splendido arcobaleno. Dal Passo ci affacciamo sulla conca che ospita il rifugio Gardeccia dominato dalla maestà del Catinaccio, o "Ciadenac" un immenso catino roccioso, quasi un "catenaccio" insormontabile da aggirare per poterlo oltrepassare.















Iniziamo la ripida discesa  su roccette e ghiaioni verso il Rifugio Gardeccia passando sotto le guglie dei Mugoni percorrendo sul versante opposto il sentiero in costa sulle Cigolade. Lasciamo a sinistra il sentiero che porta al rifugio Vajolet e proseguiamo in costante discesa.















Raggiunto il Rifugio Gardeccia, imbocchiamo il comodo sentiero che ci porta al Col di Ciampedie, giusti in tempo per prendere l'ultima cabina per ridiscendere in valle.

giovedì 4 marzo 2010

Ciaspolando ...

Si parte da Malga Larici (1625 m) seguendo la traccia lasciata da un paio di scialpinisti mattutini, ci incamminiamo lungo il pendio innevato che fra pochi mesi sarà costellato da innumerevoli crochi.

Si attraversa un piccolo boschetto di abeti e larici e già si intravete al di là della cresta  il panorama dolomitico... e le stupende creazioni del vento sulla neve

Un affaccio tra i rami sulle Dolomiti di Brenta /(TN) e Cima Manderiolo (2049 m)
Ecco la magnificenza di Cima Portule (2308 m) e sua maestà Cima XXII (2341 m) massima elevazione della Provincia di Vicenza, campo di tremende e sanguinose battaglie durante la Grande Guerra. Entrambi affacciano sulla Valsugana.